I grandi fotografi siciliani - The great Sicilian Photographer - Angelo Pitrone


Angelo Pitrone è un fotografo siciliano nato ad Agrigento nel 1955. Ancora oggi insegna Storia e tecnica della fotografia all'università di Palermo.

Si è dedicato alla fotografia di paesaggi e luoghi siciliani,  usata spesso come commento figurativo a celebri opere letterarie diPirandello, Sciascia Tomasi di Lampedusa. Di Pirandello ha ripreso in suggestivi scorci fotografici i luoghi del Caos e ha rappresentato le luci e i colori della Sicilia di Sciascia. Mantiene rapporti amichevoli e di lavoro con artisti ed intellettuali come il regista Giuseppe Tornatore e gli scrittori Matteo Collura e Andrea Camilleri che hanno arricchito i suoi libri fotografici con i loro commenti letterari.

Ha realizzato anche lavori fotografici di reportage come quello sul problema della siccità nell area mediterranea  ed altri che documentano il dramma dell’ emigrazione clandestina che da siciliano egli ha sotto gli occhi ogni giorno e di cui sente polemicamente la tragicità.

Si è interessato e ha partecipato come esperto fotografo alla documentazione di campagne di scavo archeologiche internazionali in Libia e ha curato molti cataloghi di mostre archeologiche e architettoniche.

Come detto precedentemente, bellissimi i suoi ritratti fotografici a Moravia inavvicinabile, Sciascia mentre scrive un biglietto per un suo amico, Andrea Camilleri davanti ad una macchina da scrivere, Simonetta Agnello Hornby nella sua casa vicino Agrigento.

Sguardi e ricordi felici che il fotografo Angelo Pitrone ci consegna, a futura memoria, quasi come un racconto. Un viaggio di scrittori in una terra di scrittori.

“Ritratti che nascono – come ci dice lo stesso Pitrone – da una lunga ricerca che dura da quarant’anni. Una ricerca che si sviluppa in particolar modo ad Agrigento e nella sua provincia. Si tratta di personaggi della cultura e dell’arte, siciliani e non che in gran parte sono passati da Agrigento o dalla sua Valle dei Templi”.

“Moravia era il più blindato, era quasi impossibile avvicinarlo – ricorda Pitrone – volle vedere i templi dorici, aveva tradotto dei classici greci ed ora, davanti quelle pietre era silenzioso, contento. Ricordo il rientro in albergo e una calda tazza di thè, era dicembre, in un pomeriggio uggioso”.

“Leonardo Sciascia, quando ci ricevette alla Noce era rientrato dalla sua passeggiata in campagna, alla ricerca di erbette selvatiche. Lo colsi nel suo studio, mentre stava scrivendo un appunto per il professor Pietro Amato che mi accompagnava.

Su una foto che gli portai, poco tempo dopo, per una dedica, mi scrisse: …io in quanto personaggio. Pirandello è vicino”.

L’idea di essere personaggio “ignoto a se stesso”: quasi ad anticipare quello che poco dopo – siamo nel 1987 – avrebbe scritto ad introduzione di un catalogo di ritratti di scrittori che vanno da Edgar Allan Poe a Jorge Luis Borges: “Nel ritratto fotografico si realizza un’attendibilità che non pone o allontana il problema della somiglianza fisica e però restituisce il senso di quella vita, di quella storia, di quell’opera compiutamente, in ‘entelechia’ “.

In questi scatti di Pitrone, non ci sono solo i volti dei grandi autori. Ci sono soprattutto le loro opere. Ed ecco le inquietudini di Vincenzo Consolo, la malinconia e l’isolitudine di Gesualdo Bufalino, l’impegno civile dell’homme de lettres Sciascia, l’ironia di Camilleri che si fa fotografare nell’atto dello scrivere, come fece Pirandello: quasi a voler essere il “doppio” del drammaturgo con cui ha condiviso, in epoche diverse, luoghi di terra e di mare, storie di porto e di zolfo. E ancora il forte legame con la loro terra della Agnello e di Gaetano Savatteri, di Matteo Collura e Nino De Vita.

“Le occasioni sono state tante – dice Pitrone – il premio Pirandello, l’Efebo d’oro, il premio Racalmare. Ma anche momenti di riposo. Ho fotografato Matteo Collura nei mesi in cui si era ritirato nella casa di Maddalusa per scrivere Il maestro di Regalpetra, Gaetano Savatteri a passeggio nei vicoli di Racalmuto poco dopo l’uscita della Congiura dei loquaci”.

E ci sono pure, in questa galleria, Mario Monicelli “poco prima che morisse” e Mario Soldati, “ad Agrigento accompagnato dalla bella nuora Stefania Sandrelli”.

Sguardi e ricordi felici. Una narrazione senza parole che racconta uomini e donne che sono, più di tutti, come ci insegnò Sciascia, ignoti a se stessi.

Numerose le mostre fotografiche personali all’estero (Francia, Stati Uniti, ecc.) e in Italia tra cui quella che ha riscosso particolare successo di pubblico al Festical della Letteratura di Mantova nel settembre 2005: I lugohi del romanzo: Pirandello - Tomasi di Lampedusa - Sciascia.



Angelo Pitrone is a Sicilian photographer born in Agrigento in 1955. He still teaches History and technique of photography at the University of Palermo.

He has dedicated himself to the photography of Sicilian landscapes and places, often used as a figurative commentary on famous literary works by Pirandello, Sciascia, Tomasi di Lampedusa. 

In suggestive photographic foreshortenings he has resumed the places of the Chaos of Pirandello, and he has represented the lights and the colors of the Sicily of Sciascia.  He maintains friendly and working relationships with artists and intellectuals such as the film director Giuseppe Tornatore and writers Matteo Collura and Andrea Camilleri who have enriched his photographic books with their literary comments.

He has also realized photographic works of reportage, such as the one on the problem of the dryness in the Mediterranean area and others that document the drama of illegal emigration.
He participated as an expert photographer in the documentation of international archaeological excavations in Libya and has edited many catalogs of archaeological and architectural exhibitions.
As previously mentioned, his photographic portraits of the unapproachable Moravia, Sciascia while writing a note to a friend of his, Andrea Camilleri in front of a typewriter, Simonetta Agnello Hornby in her house near Agrigento are beautiful.

Glances and happy memories that the photographer Angelo Pitrone gives us, for future memory, almost like a story. A journey of writers in a land of writers.
"Portraits that are born - as Pitrone himself tells us - from a long research that lasts for forty years. A research that develops particularly in Agrigento and its province. It is about characters of the culture and the art, Sicilian and not that in great part have passed from Agrigento or from its Valley of the Temples".

"Moravia was the most armored, it was almost impossible to approach him - Pitrone remembers - he wanted to see the Doric temples, he had translated some Greek classics and now, in front of those stones he was silent, happy. I remember the return to the hotel and a hot cup of tea, it was December, in a gloomy afternoon”.
"When Leonardo Sciacia received us at La Noce, had returned from his walk in the countryside, in search of wild herbs. I caught him in his office, while he was writing a note for Professor Pietro Amato who accompanied me.

On a photo that I brought him, a short time later, for a dedication, he wrote: ... I as a character. Pirandello is near".
The idea of being a character "unknown to himself": almost as if to anticipate what he would write shortly afterwards - we are in 1987 - in the introduction to a catalog of portraits of writers ranging from Edgar Allan Poe to Jorge Luis Borges: "In the photographic portrait there is a reliability that does not pose or remove the problem of physical resemblance and yet returns the sense of that life, that story, that work completely, in 'entelechy'".

In these shots by Pitrone, there are not only the faces of the great authors. Above all, there are their works. And here are the restlessness of Vincenzo Consolo, the melancholy and isolation of Gesualdo Bufalino, the civil commitment of the homme de lettres Sciascia, the irony of Camilleri who is photographed in the act of writing, as Pirandello did: almost as if he wanted to be the "double" of the playwright with whom he shared, at different times, places of land and sea, stories of port and sulfur. And still the strong bond with their land of Agnello and Gaetano Savatteri, Matteo Collura and Nino De Vita.

"The occasions have been many - says Pitrone - the Pirandello award, the Efebo d'oro, the Racalmare award. But also moments of rest. I photographed Matteo Collura in the months in which he had retired to the house of Maddalusa to write The Master of Regalpetra, Gaetano Savatteri walking in the alleys of Racalmuto shortly after the release of Congiura dei loquaci".

And there are also, in this gallery, Mario Monicelli "just before he died" and Mario Soldati, "in Agrigento accompanied by his beautiful daughter-in-law Stefania Sandrelli".

Glances and happy memories. A narration without words that tells of men and women who are, more than anyone else, as Sciascia taught us, unknown to themselves.

Numerous are the personal photographic exhibitions abroad (France, United States, etc.) and in Italy among which the one that has been particularly successful with the public at the Festical della Letteratura of Mantua in September 2005: I lugohi del romanzo: Pirandello - Tomasi di Lampedusa - Sciascia.



Potete scaricare GRATUITAMENTE il quinto numero della nostra rivista "Sicily in Photo Magazine" al seguente link:


https://www.mediafire.com/file/mbhs5tbcrg800fp/Sicily_in_Photo_numero_5.pdf/file



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