I grandi fotografi siciliani - The Great Sicilian photographers EUGENIO INTERGUGLIELMI


Eugenio Interguglielmi è nato a Palermo nel 1850 e vi ha vissuto fino alla morte nel 1911.

Nel 1881 Interguglielmi partecipa all’Esposizione Nazionale Industriale e Artistica a Milano, in cui gli è assegnata una medaglia di bronzo per una serie di costumi per «il gusto artistico nelle composizioni dei gruppi di ragazzi, ecc.».

In occasione della Esposizione Nazionale di Palermo del 1891-1892 la fotografia per la prima volta a Palermo è aggregata alle arti. Vi partecipano Interguglielmi, Incorpora, Uzzo, Roncalli da Bergamo, Unterverger da Trento, Alinari e Brogi da Firenze. Interguglielmi espone una serie di fotografie in grande formato (50x60) di monumenti siciliani di Palermo, Taormina, Cefalù, Selinunte, Segesta, Termini Imerese, Siracusa, Acre, Troina, Mussomeli, Agrigento, Militello, Pietraperzia, Messina, Trapani.

Nella stessa occasione egli edita una cartella di grandi dimensioni con stampe fotografiche formato 27,5x39 che raffigurano i padiglioni.

Si conoscono anche alcune vedute di Catania, di Salaparuta, di Mussomeli, di Castelbuono, dell’isola di Panarea, di Stromboli, delle miniere di Tallarita, ma non sono molto numerose. Raramente sono vedute di monumenti o di siti di interesse turistico. 

L’interesse di Interguglielmi per i temi dei costumi e degli usi popolari è da mettere in relazione con il suo rapporto con Giuseppe Pitrè.

La storiografia non chiarisce come siano nati e in quali termini si siano svolte le relazioni fra il grande medico ed enografo e il fotografo. Pitrè praticò forme di osservazione diretta e di documentazione scientifica particolarmente genuine e non ideologicamente condizionate, che quindi naturalmente trovarono nella fotografia un mezzo di documentazione e di indagine di grande importanza. Nella sua attività scientifica e nella vasta produzione pubblicistica egli si valse spesso delle fotografie di Interguglielmi.

Nell’ambito della Esposizione Nazionale di Palermo del 1891-1892, in cui Interguglielmi espose fotografie, Pitrè organizzò una sezione etnografica di cui curò il catalogo illustrato dalle riproduzioni di cento disegni di Aleardo Terzi. Nel volume La famiglia, la casa, la vita del popolo siciliano (Palermo 1913), Pitrè utilizzò 173 illustrazioni, fra cui un centinaio ripropongono gli stessi disegni al tratto di Terzi e «una ventina» in zincotipia derivano da fotografie «fatte dallo Stabilimento Interguglielmi, dal prof. Benedetto Rubino in S. Fratello, dal poeta Vito Mercadante in Prizzi, dal compianto Barone Giovanni Giaconia in Mistretta». Un esame delle illustrazioni rivela che in realtà circa una ventina sono le illustrazioni derivate da fotografie sicuramente di produzione Interguglielmi o probabilmente attribuibili a lui.

Nel 1909 Pitrè fondò il Museo Etnografico Siciliano a Palermo, in cui sono conservate anche preziose collezioni fotografiche, fra le quali una cospicua di stampe dello stabilimento fotografico Interguglielmi.

A parte le pubblicazioni di Pitrè, il rapporto di Interguglielmi con l’editoria fu importante.

Un momento significativo di tale rapporto è quello della pubblicazione del volume “La Sicile, impression du present et du passèe”, edito a Parigi nel 1895 e tradotto in Italiano due anni dopo per i tipi dei Fratelli Treves, che Gaston Vuiller, illustratore e scrittore di talento, dedicò a Pitrè con queste parole: «All’illustre Giuseppe Pitrè, che mi rivelò la Sicilia, dedico rispettosamente queste impressioni e questi ricordi». Le 257 illustrazioni che accompagnano passo passo il testo sono opera dello stesso Vuiller e sono in buona parte ricavate da fotografie di Interguglielmi, ma anche di Sommer o di Crupi.

In occasione dell’esposizione palermitana del 1891-1892, l’editore Luigi Scaglia vendeva come “ricordi” una serie di opuscoli illustrate sulla Sicilia, per i quali furono utilizzate riprese di Interguglielmi, Incorpora, Alinari, Brogi.

Altre fotografie di Eugenio Interguglielmi o dei suoi successori furono utilizzate per periodici come «L’illustrazione italiana» (1885-1906), il «Giornale di Sicilia» (numero di gennaio 1892; immagini relative alle consuetudini e alle credenze del «popolino»), «La Sicilia illustrata» (fotografia di un carretto dipinto utilizzata per una copertina del 1911), «Flirt», «Emporium» (dagli anni venti in poi), «Le vie d’Italia». Questi periodici, e in particolare «L’Illustrazione Italiana», restano cosi’ fonti importanti per ricostruire la produzione Interguglielmi.

Non poche delle immagini di tipi popolari e scene di vita di Interguglielmi si trovano spesso anche in edizione dello stabilimento fotografico Incorpora. Non è chiaro ed è difficile accertare quale sia stato il rapporto tra i due stabilimenti.

Peraltro lo stesso Interguglielmi ha editato almeno una immagine dello stabilimento fotografico Robert Rive, quella di una fabbrica di maccheroni, che da napoletana diviene «palermitana ». Tale immagine è stata proposta anche in cartolina postale.

Molte fotografie di genere dello stabilimento Interguglielmi furono utilizzate da diversi editori di cartoline postali fotografiche tra la fine dell’Ottocento e fino alla prima guerra mondiale. Come nel caso della produzione nello stesso settore dei «costumi» e delle «scene di genere» di ambito napoletano, la cartolina postale è una fonte preziosa per lo studio della fotografia a Palermo.

Fra gli editori che più abbondantemente utilizzarono fotografie della produzione Interguglielmi si ricordano, oltre al già citato L. Sandron, il palermitano F. Verderosa il parigino Devaux, la Trenkler Co. di Lipsia.

La veduta per Interguglielmi è preferibilmente animata. Egli è un grande interprete di quella fenomenologia della luce siciliana che ha interessato anche i pittori dell’Ottocento siciliano. Così Interguglielmi non esita a interpretare certi effetti di campagna immersa in una luce meridiana sospesa, affogata, tipici della Sicilia, e testimoniati anche dalla letteratura di Verga e altri.

Come è stato osservato è possibile anche riconoscere alcune tangenze della fotografia di Interguglielmi con la pittura coeva in Sicilia e in particolare con l’opera di Antonino Leto. Peraltro il rapporto con Lojacono è già suggerito in un commento anonimo alla sua immagine «Fra gli ulivi», pubblicata in « L’Illustrazione Italiana » del 6 Febbraio 1898 (p. 91) (cfr. la tavola a pagina 62).

Peculiare di Interguglielmi è la scelta di interpretare le strade bianche, l’afa e la polvere di paesaggi immensi o angoli sperduti di periferie urbane o di campagne.

Quanto alle riprese di tipi popolari e di scene di vita urbana e campestre egli non solo riprende in studio venditori ambulanti e altri tipi popolari del paesaggio urbano palermitano e di altri insediamenti siciliani, ma è interessato soprattutto a riprese en plein air preferibilmente di gruppi di persone: donne al lavoro, popolani alle fontane, donne e pescatori del quartiere popolare della Kalsa, scene di lavorazione della scorza di limone. Numerose sono le scene di campagna: strade assolate, famiglie e povere case di contadini, la raccolta dei limoni o delle olive, l’aratura, i renaioli lungo il fiume Oreto, le piantagioni di tabacco, la piana di Catania o la spiaggia di Bagheria. Il carretto siciliano dipinto è l’occasione di una lunga serie di riprese in cui coglie con acume il carattere dei diversi equipaggi.

Le persone in generale sono colte in movimento con carattere di istantanea. La messa in posa di alcuni tipi è riscattata da un senso vivo di genuinità. Soltanto in qualche caso indulge a effetti più oleografici della scena di genere, ma non senza, anche in questo caso, una certa capacità di freschezza, come nella nota scena di contadine all’ombra di un albero in attesa di un giovin signore con giacca a doppio petto, titolata «Idillio».

Questi caratteri si confermano anche nelle riprese della mattanza del tonno e in altre scene marine, o nella stessa ampia serie di alcune decine di vedute su commissione della vendemmia nella fattoria Lo Zucco, di proprietà di Louis Philippe Robert duca d’Orléans.



Eugenio Interguglielmi was born in Palermo in 1850 and lived there until his death in 1911.

In 1881 Interguglielmi took part in the National Industrial and Artistic Exposition in Milan, where he was awarded a bronze medal for a series of costumes for “the artistic taste in the compositions of the groups of boys, etc.”.

In occasion of the National Exposition of Palermo of 1891-1892 the photography for the first time in Palermo is aggregated to the arts. Participating were Interguglielmi, Incorpora, Uzzo, Roncalli from Bergamo, Unterverger from Trento, Alinari and Brogi from Florence. Interguglielmi exhibits a series of photographs in large format (50x60) of Sicilian monuments of Palermo, Taormina, Cefalù, Selinunte, Segesta, Termini Imerese, Siracusa, Acre, Troina, Mussomeli, Agrigento, Militello, Pietraperzia, Messina, Trapani.

In the same occasion he edits a folder of great dimensions with photographic prints format 27,5x39 that represent the pavilions.

We also know some views of Catania, Salaparuta, Mussomeli, Castelbuono, the island of Panarea, Stromboli, the mines of Tallarita, but they are not very numerous. Rarely are views of monuments or sites of tourist interest. 

The interest of Interguglielmi for the themes of the customs and the popular uses is to put in relation with his relationship with Giuseppe Pitrè.

Historiography does not clarify how they were born and in which terms the relationships between the great doctor and enographer and the photographer took place. Pitrè practiced forms of direct observation and scientific documentation that were particularly genuine and not ideologically conditioned, and therefore naturally found in photography a means of documentation and investigation of great importance. In his scientific activity and in the vast production of publications he often used the photographs of Interguglielmi.

In the National Exhibition of Palermo in 1891-1892, in which Integuglielmi exhibited photographs, Pitrè organized an ethnographic section of which he edited the catalog illustrated by reproductions of one hundred drawings by Aleardo Terzi. In the volume La famiglia, la casa, la vita del popolo siciliano (Palermo 1913), Pitrè used 173 illustrations, among which a hundred or so reproduce the same line drawings of Terzi and “about twenty” in zincplate derive from photographs “made by the Stabilimento Interguglielmi, by Prof. Benedetto Rubino in S. Fratello, by the poet Vito Mercadante in Prizzi, by the late Baron Giovanni Giaconia in Mistretta”. An examination of the illustrations reveals that in reality about twenty are the illustrations derived from photographs certainly production Interguglielmi or probably attributable to him.

In 1909 Pitrè founded the Sicilian Ethnographic Museum in Palermo, in which are also preserved precious photographic collections, among which a conspicuous number of prints of the photographic establishment Interguglielmi.

Apart from Pitrè’s publications, Interguglielmi’s relationship with publishing was important.

A significant moment in this relationship is the publication of the volume “La Sicile, impression du present et du passèe”, published in Paris in 1895 and translated into Italian two years later for the Fratelli Treves, which Gaston Vuiller, a talented illustrator and writer, dedicated to Pitrè with these words: “To the illustrious Giuseppe Pitrè, who revealed Sicily to me, I respectfully dedicate these impressions and memories”. The 257 illustrations that accompany the text step by step are the work of Vuiller himself and are largely derived from photographs of Interguglielmi, but also Sommer or Crupi.

On the occasion of the Palermo exhibition of 1891-1892, the publisher Luigi Scaglia sold as “souvenirs” a series of illustrated pamphlets on Sicily, for which shots by Interguglielmi, Incorpora, Alinari, Brogi were used.

Other photographs of Eugenio Interguglielmi or his successors were used for periodicals such as “L’illustrazione italiana” (1885-1906), the “Giornale di Sicilia” (January 1892 issue; images related to the customs and beliefs of the “popolino”), “La Sicilia illustrata” (photograph of a painted cart used for a cover of 1911), “Flirt”, “Emporium” (from the 1920s onwards), “Le vie d’Italia”. These periodicals, and in particular “L’Illustrazione Italiana”, remain important sources for reconstructing Interguglielmi’s production.

Not a few of the images of popular types and scenes of life by Interguglielmi are also often found in editions of the photographic establishment Incorpora. It is not clear and it is difficult to ascertain what the relationship between the two establishments was.

On the other hand, Interguglielmi himself edited at least one image of the Robert Rive photographic establishment, that of a macaroni factory, which went from Neapolitan to “Palermoese”. This image was also proposed as a postcard.

Many genre photographs of the Interguglielmi factory were used by various photographic postcard publishers between the end of the 19th century and up until the First World War. As in the case of the production in the same sector of “costumes” and “genre scenes” from the Neapolitan area, the postcard is a precious source for the study of photography in Palermo.

Among the publishers who most abundantly used photographs of the Interguglielmi production we can mention, besides the already mentioned L. Sandron, the Palermo-based F. Verderosa, the Parisian Devaux, the Trenkler Co. of Leipzig.

The view for Interguglielmi is preferably animated. He is a great interpreter of that phenomenology of Sicilian light which also interested the painters of the Sicilian nineteenth century. So Interguglielmi does not hesitate to interpret certain effects of the countryside immersed in a suspended meridian light, affected, typical of Sicily, and also witnessed in the literature of Verga and others.

As it has been observed, it is also possible to recognize some tangencies of Interguglielmi’s photography with contemporary painting in Sicily and in particular with the work of Antonino Leto. Moreover the relationship with Lojacono is already suggested in an anonymous comment to his image “Among the olive trees”, published in “L’Illustrazione Italiana” of February 6, 1898 (p. 91) (see the table on page 62).

Peculiar to Interguglielmi is the choice to interpret the white roads, the sultriness and the dust of immense landscapes or remote corners of urban peripheries or countryside.

As for the filming of popular types and scenes of urban and rural life, he not only shoots in the studio street vendors and other popular types of the urban landscape of Palermo and other Sicilian settlements, but he is mainly interested in open air shots, preferably of groups of people: women at work, commoners at the fountains, women and fishermen of the popular district of Kalsa, scenes of lemon peel processing. There are numerous scenes of the countryside: sunny streets, families and poor peasant homes, the collection of lemons or olives, plowing, the renaioli along the river Oreto, tobacco plantations, the plain of Catania or the beach of Bagheria. The painted Sicilian cart is the occasion of a long series of shots in which he captures with acumen the character of the different crews.

The people in general are caught in motion with the character of snapshot. The posing of some types is redeemed by a lively sense of genuineness. Only in a few cases does it indulge in more oleographic effects of the genre scene, but not without, even in this case, a certain capacity for freshness, as in the well-known scene of peasant women in the shade of a tree waiting for a young gentleman in a double-breasted jacket, titled “Idyll”.

These characters are also confirmed in the shooting of the slaughter of tuna and other marine scenes, or in the same large series of several dozen views on commission of the grape harvest in the farm Lo Zucco, owned by Louis Philippe Robert Duke of Orleans.


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