Le bellezze dei borghi - The Beauty of the Villages - Novara di Sicilia





Novara di Sicilia è un comune italiano di 1.307 abitanti della Città metropolitana di Messina in Sicilia.

Noa, vocabolo di origine sicana, significa “maggese” a indicare la cospicua produzione di frumento che caratterizzò la colonizzazione greca. Con i Romani cambiò in Novalia (campo di grano) e per gli Arabi fu Nouah (giardino, orto, fiore). Nel medioevo fu Nucaria, Noara, fino alla Novara di oggi.

Il borgo sorge sulla pendice della montagna da cui si scorge l'antica Tindari, in un incantevole scenario naturale a valle di un imponente sperone di roccia, la Rocca Salvatesta, che raggiunge i 1340 m. Le piccole case affastellate, la trama di vicoli e viuzze talvolta sormontati da archi, i decori delle facciate, l'eleganza dei palazzi, la sontuositа delle chiese danno fascino a un assetto urbanistico d'impronta medievale. Le strade, per lo piщ pavimentate in acciottolato stretto tra due file longitudinali di pietra arenaria locale, contribuiscono a valorizzare l'architettura del centro storico. L'arenaria и stata utilizzata nelle costruzioni civili e con elaborazioni di grande pregio in quelle religiose, dove sono presenti anche molti elementi architettonici realizzati in cipollino, un'altra pietra locale, rossa e marmorea. L'uso della pietra, che sul territorio affiora un po' ovunque, testimonia l'importanza dell'arte dello scalpellino che si tramandava di padre in figlio, fino al deplorevole arrivo del cemento (ma oggi il nobile mestiere viene ripreso con buoni risultati).

L'antico Castello, di cui oggi restano i ruderi, era situato su una rupe a strapiombo che conserva immutata la propria bellezza, anche se la sommitа del poggio non и stata protetta da sconsiderati interventi edilizi. Dalla cima si gode l'ampiezza della vallata che scende verso il mare: spingendo lo sguardo sino all'orizzonte si vedono le isole Eolie 

Il piatto tradizionale del festino di mezz’agosto è la pasta ‘ncasciada condita con ragù di vitello e castrato, polpette sbriciolate, melanzane, uova e pan grattato. Un altro piatto tipico, dal bel nome di lempi e trori (lampi e tuoni), è preparato con fagioli, cicerchia, granoturco, lenticchie e grano bolliti e conditi. Per robusti appetiti di montagna ci sono i frittui, carne di maiale mista a lardo, lessa insieme a cotiche, trippa, polmone, cuore, fegato dello stesso maiale.

Novara è nota per il maiorchino, un particolare formaggio pecorino stagionato da più di otto mesi, le cui forme hanno 10-12 cm di spessore, 35 cm di diametro e un peso di 10-12 kg. Altre specialità sono la ricotta infornata, le provole, le nocciole e squisiti dolci a prova di dieta: u risu niru (riso mescolato a nocciole tostate con aggiunta di caffè, cacao, cannella e buccia d’arancia candita), i cassatelli (frolle con impasto di fichi secchi, nocciole, miele, cannella), i raviiò (ravioli fritti di pasta umettata con vino, ripieni di ricotta fresca profumata di cannella), a pignurada (un impastato di frolla tagliata a dadini e fritta) e i “diti d’apostolo” (iiditi d’aposturu), uno speciale cannolo di ricotta con l’involucro di pasta ricoperto di glassa.




Novara di Sicilia is an Italian town of 1,307 inhabitants in the metropolitan city of Messina in Sicily.

Noa, a word of Sican origin, means “fallow” to indicate the conspicuous production of wheat that characterized the Greek colonization. With the Romans it changed to Novalia (wheat field) and for the Arabs it was Nouah (garden, vegetable garden, flower). In the Middle Ages it was Nucaria, Noara, up to today’s Novara.

The village stands on the slope of the mountain from which you can see the ancient Tindari, in an enchanting natural setting downstream of an imposing rock spur, the Rocca Salvatesta, which reaches 1340 m. The small crowded houses, the plot of alleys and alleys sometimes surmounted by arches, the decorations of the facades, the elegance of the buildings, the sumptuousness of the churches give charm to a medieval urban layout. The streets, mostly paved in cobblestones narrow between two longitudinal rows of local sandstone, help to enhance the architecture of the historic center. The sandstone was used in civil constructions and with elaborations of great value in religious ones, where there are also many architectural elements made of cipollino, another local stone, red and marble. The use of stone, which emerges almost everywhere in the area, testifies to the importance of the art of the stonemason that was handed down from father to son, until the deplorable arrival of cement (but today the noble profession is resumed with good results) .

The ancient Castle, of which the ruins remain today, was situated on a sheer cliff that preserves its beauty unchanged, even if the top of the hill has not been protected by reckless building interventions. From the top you can enjoy the breadth of the valley that descends towards the sea: pushing your gaze to the horizon you can see the Aeolian islands.

The traditional dish of the mid-August feast is Ncasciada pasta topped with veal and mutton ragout, crumbled meatballs, aubergines, eggs and breadcrumbs. Another typical dish, with the beautiful name of lempi e trori (lightning and thunder), is prepared with boiled and seasoned beans, cicerchia, maize, lentils and wheat. For robust mountain appetites there are frittui, pork mixed with lard, boiled together with pork rinds, tripe, lung, heart, liver of the same pig.

Novara is known for the Majorcan, a particular pecorino cheese matured for more than eight months, whose wheels are 10-12 cm thick, 35 cm in diameter and a weight of 10-12 kg. Other specialties are baked ricotta, provola, hazelnuts and exquisite diet-proof desserts: u risu niru (rice mixed with toasted hazelnuts with the addition of coffee, cocoa, cinnamon and candied orange peel), cassatelli (shortcrust pastry with mixture of dried figs, hazelnuts, honey, cinnamon), the raviiò (fried ravioli of pasta moistened with wine, filled with fresh ricotta scented with cinnamon), a pignurada (a dough of shortcrust pastry cut into cubes and fried) and the “fingers of apostolo ”(iiditi d’aposturu), a special ricotta cannolo with a pastry casing covered with icing.


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